RIFORMA TARIFFE ELETTRICHE 2017
La nuova tariffa elettrica e la riforma in atto.
Dal 1° gennaio 2017 le tariffe elettriche che conoscevamo non esistono più.
D2 per residenti fino a 3KW, D3 per residenti e non sopra i 3KW e D1 per impianti di riscaldamento e raffrescamento elettrici, sono state sostituite dalla nuova tariffa denominata TD, che non prevede distinzione tra i clienti domestici e variabile solo in base alla potenza impegnata ed alla quantità di energia consumata.
La nuova tariffa TD, è il risultato del secondo step della riforma delle tariffe elettriche per i clienti domestici, iniziata nel 2016 e che sarà a regime nel 2018, secondo le disposizioni della Delibera 2 dicembre 2015 582/2015/R/eel e in attuazione del DL n 102/2014.
Ricordando che, fino a dicembre 2016 la bolletta era composto da:
- Servizi di Vendita: si distinguevano in una parte fissa, ed una quota Energia ovvero il costo dell’energia effettivamente consumata nel periodo di riferimento.
- Servizi di Rete: composta dai costi sostenuti per il trasporto dell’energia elettrica fino al contatore dell’utente, per la gestione del contatore e per la lettura dei consumi. Nel dettaglio della spesa in bolletta questa voce era suddivisa in tre quote. Una Fissa, una legata alla Potenza impegnata e una Variabile in relazione alla quantità di energia elettrica consumata.
- Oneri generali di sistema: che per semplificazione vengono riportati nel dettaglio della bolletta una volta all’anno. Questi oneri sono introdotti da leggi e decreti ministeriali stabiliti al fine di sostenere interventi di utilità e interesse generale (A3, UC7, A2+MCT, A4, UC4, A5, AS, AE).
- Imposte (accise)
Dal 1° gennaio 2017 per i Servizi di Rete viene eliminata ogni progressività (parte Variabile in relazione alla quantità di energia elettrica consumata) e ogni sussidio incrociato (differenza di applicazione dei servizi di rete tra clienti residenti, non residenti, potenza impiegata e quantità di energia elettrica consumata) tra i clienti domestici rendendo la tariffa TD più aderente ai costi di servizio. Continua invece la differenziazione tra clienti residenti e non nell’applicazione delle componenti tariffarie relative agli oneri generali di sistema attraverso l’applicazione di una quota fissa per i non residenti e mantenendo due scaglioni di progressività di consumo (fino a 1800kWh/anno e oltre 1800kWh/anno).
Le ragioni della riforma
Il motivo principale per il quale è stata avviata una riforma tariffaria per i clienti domestici è dovuto alla struttura ormai anacronistica delle tariffe elettriche in Italia, risalente a più di quarant’anni fa, basata su sussidi e scaglioni di consumo progressivi. Il nostro paese tra l’altro, è l’unico in Europa, e uno dei pochi a livello mondiale che prevede ancora tariffe con struttura progressiva.
Sia i servizi di rete (spese di trasmissione, distribuzione, misura) sia gli oneri generali di sistema crescevano al crescere dei consumi; in questo modo gli utenti con consumi inferiori a 2.700 kWh annui pagavano una tariffa sotto costo rispetto ai consumi, in quanto erano finanziati da coloro che superavano questi consumi e dai non residenti, che pagavano dei sovra costi. Questo tipo di sistema tariffario negli anni ha favorito i bassi consumi e penalizzato le tecnologie energeticamente efficienti e rinnovabili come le pompe di calore, dato che la loro installazione comportava un importante aumento dei consumi elettrici, della potenza impegnata e di conseguenza dei costi in bolletta.
Il futuro della Tariffa D1
Con l’introduzione nel 2014 della tariffa sperimentale D1 (primo esperimento di applicazione di una tariffa non progressiva) per chi installava pompe di calore come unico impianto di riscaldamento della propria abitazione si è iniziato il percorso che porterà, a regime, alla tariffa non progressiva TD per tutti gli utenti domestici. Per chi ha la ex tariffa D1 (la sperimentazione è terminata il 31 dicembre 2016 ma per chi l’ha ottenuta è garantita per 10 anni) il provvedimento dell’Autorità prevede che già nel 2017 venga anticipata l’applicazione della nuova struttura tariffaria non progressiva, che entrerà a regime nel 2018 per tutti i clienti domestici.
Nuove “Taglie” di Potenza
I livelli di potenza impegnata che compaiono nelle bollette elettriche, definiti anche “taglie” e determinati in base ai consumi elettrici, passano nel 2017 da 6 a 15, con più possibilità di scelta. Inoltre dal 1° aprile 2017 e per 24 mesi (fino al 31 marzo 2019) c’è una riduzione dei costi richiesti “una tantum” per effettuare il cambio di potenza, nello specifico l’azzeramento del contributo amministrativo in quota fissa (27 €) per richieste di variazione del livello di potenza disponibile e la riduzione di circa il 20% del contributo in quota potenza per gli aumenti fino a 6 kW.
Agevolazioni e Sussidi
Per le famiglie a basso reddito, che potrebbero subire gli eventuali effetti negativi della nuova tariffa, è stato potenziato il Bonus elettrico, un’agevolazione sulla bolletta annuale introdotta dal Governo e resa operativa dall’Autorità per l’Energia con la collaborazione dei comuni, per assicurare un risparmio alle famiglie in condizione di disagio economico.
Dall’inizio del 2017 ha preso il via anche l’offerta Tutela Simile, dedicata a famiglie e piccole imprese in regime di maggior tutela per la fornitura di energia elettrica. Si tratta di una fornitura transitoria con una struttura contrattuale standard definita dall’Autorità per l’Energia che permette ai clienti in maggior tutela di sperimentare un’offerta simile a quelle del mercato libero, una sorta di “strumento-ponte” per accompagnare l’utenza in vista dell’eliminazione dei regimi di tutela di prezzo.
Vantaggi e Svantaggi
La riforma, come è facilmente intuibile, eliminando la progressività favorisce chi consuma di più.
L’autorità per l’energia elettrica e il gas (AEEGS), nel video di presentazione della riforma, e nella sezione FAQ del sito, sostiene la valenza della riforma motivandola con la maggior convenienza nell’utilizzo di apparecchiature elettriche efficienti come pompe di calore, auto elettriche, piastre ad induzione.
In questo modo però interventi di efficienza energetica saranno interessanti solo per quelle tecnologie che aumentano i consumi spostandoli dal gas al vettore elettrico come pompa di calore, piastra a induzione, etc.… (maggiori saranno i consumi, meno incideranno sul totale i costi fissi).
L’eliminazione della progressività però, renderà meno conveniente investire in interventi di efficienza energetica volti a ridurre i consumi. Una riduzione dei consumi corrisponderà ad una riduzione della spesa molto inferiore rispetto a prima della riforma.
Per illustrare meglio i cambiamenti che dovremmo aspettarci nelle prossime bollette, vi proponiamo un’analisi di alcuni scenari di consumo.
Da sottolineare che le variazioni mostrate nelle tabelle nella realtà saranno amplificate, dato che qui non abbiamo considerato accise e Iva.